di Andrea Tortoreto
La sacra linea di San Michele, che taglia l’Europa per oltre 2000 km lungo la direttrice percorsa dall’ultimo raggio di sole del solstizio estivo, rappresentando il colpo di spada inferto dall’Arcangelo al demonio, attraversa anche l’Umbria e, nello specifico, la città di Perugia.
Ne è testimonianza la chiesa di San Michele Arcangelo, antico sito paleocristiano che risale al V sec., eretta a ridosso delle mura medievali che proteggono i quartieri a nord del capoluogo umbro. L’edificio, dalla caratteristica pianta circolare sorge, secondo alcuni, sui resti di un antico mitreo, ed è uno dei santuari più antichi d’Italia.
Vi si accede attraverso un portale gotico e l’interno è un magico tuffo nel passato, un viaggio nel tempo che lascia stupiti. Dodici finestrelle che si aprono sul tamburo, illuminano due aree concentriche; l’ambulacro e il tamburo divisi da 16 magnifiche colonne di riutilizzo, risalenti all’epoca romana.
I capitelli e le basi che le adornano differiscono per misura e stile, in un caleidoscopio di simboli e rimandi dal significato oscuro e dal fascino innegabile. Tale la ricchezza di queste rappresentazioni e delle figure che decorano la pavimentazione, sulla quale campeggiano lastre tombali, stemmi e araldi, che sono molti gli
studiosi impegnati a decifrarne i misteriosi significati, senza aver ancora raggiunto risultati unanimi.
Il “tempietto” è un luogo nascosto, appartato rispetto ai grandi flussi turistici e ai circuiti generalmente preferiti dai visitatori.
Un sito religioso in cui la pace di un luogo fuori dal tempo si sposa alla seduzione esercitata dagli enigmi della storia.