Skellig Michael Sceilig Mhichíl che in gaelico significa “roccia di Michele” viene chiamato anche Grande Skellig (Great Skellig) ed è l’isolotto più grande delle due isole Skellig. Si trova nella verde Irlanda a circa 17 km dalle coste della contea Kerry.
Si tratta di luogo di notevole bellezza sia a livello paesaggistico e naturalistico sia a livello storico perché ospita un monastero di origine cristiana costruito nel 588 (la data è incerta) e dal 1996 è patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO.
Le immagini di questo monastero daranno, forse, impressione di déjà-vu anche a chi non ci è mai stato: questo perché nel 2014 l’isola di Skellig Michael venne usata come set cinematografico per le scene di Star Wars: Il risveglio della Forza e anche Star Wars: Gli ultimi Jedi.
Indubbiamente questo luogo incredibile sembra costruito apposta per essere il set di un film e l’universo di star wars nella sua porzione legata alla cultura Jedi si adatta perfettamente al carattere deciso della natura dell’isola.
Funzionò così bene che Lego ha tratto proprio dalle costruzioni del monastero di Skellig uno dei suoi set ispirati al franchise Star Wars.
Ma non è solo star wars, infatti nella saga di Wiedźmin, origine alla serie di videogiochi di The Witcher, esistono le “Isole Skellige”, isole remote nei mari del nord, dotate di ripide scogliere e i cui abitanti hanno molte affinità alla cultura celtica.
E ancora l’isola e le sue caratteristiche hanno ispirato artisti come George Bernard Shaw che visitò Skellig Michael e ne scrisse:
«Un incredibile, impossibile, folle posto, che ancora induce devoti a fare “stazioni” ad ogni gradino, a strisciare in antri bui ad altitudini impensabili, e a baciare “pietre di panico” che si gettano a 700 piedi d’altezza sull’Atlantico.» |
(George Bernard Shaw, 18 settembre 1910) |
Il poeta Derek Mahon ha dedicato allo Skellig Michael la poesia “At the Butler Arms”.
Nel libro per ragazzi di David Almond Skellig il titolo è dovuto proprio alle isole e il protagonista del libro si chiama proprio Michael. E la musica: Loreena McKennitt canta in Skellig le ultime parole di un monaco del monastero di Skellig Michael. I Clannad descrivono anche loro le isole nella canzone Skellig.
Se non bastasse a rendere incredibile questa isola è anche il primo ‘punto’ della linea di San Michele, linea immaginaria di sette luoghi dedicati al culto di Michele Arcangelo.
Skellig Michael fu sede di uno dei primi insediamenti monastici in Irlanda per i cristiani in fuga da leggi (Penal laws) a loro contrarie. I monaci del monastero all’epoca dedicato a St. Fionan conducevano vite estremamente semplici e vivevano in capanne di pietra con un profilo a parabola una sorta di forma di alveare. Scendevano i 670 gradini ogni mattina presto per pescarsi la colazione e passavano il resto della giornata pregando in chiesa, curando i loro orti e studiando. Le semicupole sono dette Clochan e sono rotonde all’esterno e rettangolari all’interno, sono state accuratamente costruite in modo che nessuna goccia di pioggia entri mai tra le pietre. Sono tipologie edilizie spontanee connaturate all’uso di elementi lapidei piatti e spigolosi, infatti si trovano simili costruzioni in molte parti del mondo e il cui modello ha sicuramente origine antichissime e il suo uso si è tramandato per millenni soprattutto in ambienti rurali. Anche nel nostro paese troviamo esempi di questo genere, come piccoli depositi vicini alle fattorie, ricoveri per animali e rifugi per i pastori, per esempio negli Appennini.
Tornando a Nord, ai nostri monaci nel mare a largo dell’Irlanda: il monastero sopravvisse a una razzia vichinga nell’823, e successivamente si espanse con la costruzione della cappella centrale, fu dedicato a San Michele in una data incerta tra il 950 e 1050 e fu abitato fino a quando i monaci lasciarono l’isola nel XIII secolo, il luogo restò però meta di pellegrinaggio ma senza alcun residente. Nel 1826 fu costruito un faro e si dovette aspettare il 1986 perché si facessero dei restauri per permettere la visita dei turisti.
Di recente però l’accesso ai turisti è limitato per cercare di conservare il più possibile questo posto eccezionale e unico al mondo; la scalinata soprattutto, estremamente ripida potrebbe essere pericolosa per i visitatori ed inoltre rischia di rovinarsi molto sotto i passi di molte persone. Oltretutto Il luogo è piuttosto sperduto e i turisti non sono certamente comodi ad arrivare: solo 10 imbarcazioni hanno il permesso di salpare dalle coste del Kerry, con un massimo di 12 persone a bordo e soltanto una volta al giorno. Una volta arrivati però si può visitare anche l’interno del monastero, estremamente spartano che rappresenta molto bene l’ascetismo dei monaci che vivevano qui, a 60 metri a picco sul mare, dentro capanne di fredda pietra. Certamente avevano però l’osservazione, la contemplazione della natura selvaggia e della meraviglia paesaggistica che è questa isola.
Il magnifico luogo è davvero incredibile da tutti i punti di vista, immaginiamo di giungere a Skellig con la barca, la prima cosa che noteremmo è la forma di U conferita all’isola dall’erosione e conosciuta oggi come “Christ’s Valley” o “Christ’s Saddle” che divide in due culmini l’elevazione delle rocce.
Un picco a 130 m sul livello del mare nel centro dell’isola, e altri due picchi: a nord-est alto 185 m e quello a ovest-sud-ovest di 218 m. La roccia è profondamente erosa perché estremamente esposta alle intemperie ma non vede quasi mai il gelo.C’è una fantastica ricchezza di avifauna alle Skelligs, in particolare i puffin e le sule. Pensavate forse che il pucciosissimo porg di Star Wars non avesse origini reali? Il concept designer del porg si chiama Jake Lunt Davies e si ispirò proprio ai puffin, i pulcinella di mare, ma anche alle foche e ai cani di razza carlino (PUFFIN + SEAL + DOG = PORG).
Con i loro grandi occhi, i corpi tozzi e le bocche abbassate in un’espressione particolare, i porg hanno catturato rapidamente l’immaginazione del pubblico.
Nonostante ci stia a cuore la conservazione del luogo speriamo davvero di essere tra quei pochi fortunati che riescono a visitare, una volta nella vita, questo luogo straordinario.