Dopo 28 anni dal suo debutto, la storia raccontata nel film diretto da Henry Selick e ideata da Tim Burton avrà un seguito inaspettato: Shea Ernshaw firmerà il sequel sotto forma di romanzo. Tra mondi delle festività inediti e non, questa volta il viaggio sarà quello di Sally
di Valentina Isernia
Il Paese di Halloween torna protagonista – semmai abbia mai smesso di esserlo – dopo 28 anni dalla prima apertura dei suoi cancelli. Disney Publishing ha ingaggiato Shea Earnshaw – autrice di The Wicked Deep, Winterwood e A History of Wild Places – per raccontare una nuova avventura ambientata nel mondo creato dall’imaginifico Tim Burton. Protagonista della storia, però, non più il simpatico Jack Skellington bensì la bambola di pezza Sally.
// Accenni di trama
Secondo quanto raccontato dal magazine io9, la storia inizia poco dopo la fine del film (il bacio finale tra Jack e Sally), raccontandoci la vita quotidiana degli sposini. Tutto sembra proceder per il meglio, finchè lei non libera accidentalmente un misterioso cattivo.
Così Sally, nei panni della Pumpkin Queen (la regina zucca) inizia un viaggio che la porta ad attraversare altri mondi legati alle festività, compreso uno non visto nel film, nel tentativo di scoprire come salvare il mondo e il suo amato, e scoprendo anche alcune importanti cose sul proprio passato.
// I personaggi e il possibile sequel
Shea Earnshaw ha già una data di consegna, che dovrebbe permettere la pubblicazione del libro nel corso del 2022. A parte la breve sinossi e il ritorno dei due protagonisti, non si sa molto, a parte quello che ha fatto trapelare la stessa autrice, che parla di una “storia di formazione per Sally, che deve imparare a gestire il suo titolo reale” e di un romanzo che “spero darà ai fan la possibilità tanto attesa di ascoltare nuove storie su Sally, Jack e i cittadini di Halloween Town che già conoscono, ma anche su alcuni nuovi, cupi e strani personaggi che spero ameranno”.
Nessuna notizia su un possibile adattamento cinematografico. Disney accarezza l’idea di un sequel dello storico film già dal 2001 – detenendo anche i dirtti su tutta la linea -, ma l’idea di sostituire il caratteristico Stop-motion con la computer grafica non è mai andata troppo a genio a Tim Burton, che ha convinto la casa di produzione – con lungimiranza, aggiungiamo noi – a desistere.