Si celebra oggi Litha, l’antica festività che coincide con il Solstizio d’Estate, il giorno delle fate, Ecco cosa rappresentava per gli antichi e come oggi si ricollega ad una delle celebrazioni del cattolicesimo
di Valentina Isernia
In copertina: illustrazione di Brian Froud. Brian Froud’s World of Faerie. Credit Insight Editions/Brian Froud
Continua il nostro viaggio alla scoperta della cultura delle antiche religioni legate alla natura.
Come abbiamo raccontato nei nostri precedenti articoli, nelle religioni precristiane e neopagane il concetto di ciclicità della natura era centrale: le stagioni scandivano il ciclo del sole e la relazione tra dio/dea e la Terra, diventando metafora dell’esistenza umana.
Oggi si ricorda Litha, l’antica festività che coincide con il Solstizio d’Estate, il culmine della stagione (non con l’inizio, che invece coincide con la festa di Beltane).
Tanto che spesso viene indicato con Midsummer.
Si tratta di uno dei quattro Sabbat minori e celebra il giorno più lungo dell’anno, trionfo della luce sulle tenebre (ricordiamo che esistono quattro Sabbat minori (Yule, Mabon, Ostara, Litha) e quattro maggiori (Samhain, Imbolc, Lammas, Beltane)
Il nome appare per la prima volta nel testo De temporum ratione, del monaco anglosassone Beda il Venerabile, nel capitolo sulla denominazione dei mesi (Junius Lida, Julius similiter Lida) e i festeggiamenti, caratterizzati da musiche e danze attorno ai falò, ci raccontano un altro passo della vita della dea Belisma e del dio Bel.
La dea, che allora fanciulla aveva incontrato e sposato il giovane dio a Beltane, ora è Madre, incinta, come la Terra che accoglie l’ormai prossimo raccolto. Lei è la Terra, lui l’energia e il calore entrati a far nascere nuova vita.
Nella notte di Litha era usanza raccogliere piante magiche da seccare per utilizzarle in inverno e molte usanze erano legate al folklore sulle fate: il piccolo popolo, gli elfi e le fate, potevano essere visti con più facilità nella notte del solstizio, perchè il velo tra i mondi è più sottile. La caratteristica di Litha è di essere infatti un “giorno fuori dal tempo” e in cui le qualità si esprimono al contrario, la realtà viene spesso ribaltata e confusa.
// L’influenza nella letteratura e nella cultura
Molti di voi avranno sicuramente già afferrato la prima e più importante opera in cui possiamo rintracciare Litha: Sogno di una notte di Mezz’estate (A Midsummer Night’s Dream) di William Shakespeare.
Ne Il Signore degli Anelli di Tolkien, invece, il nome Litha indicava l’intera stagione estiva.
Immancabile il nostro appuntamento fisso con l’appropriazione, da parte delle celebrazioni cattoliche, di date e culti legati alla tradizione pagana.
In questo giorno, infatti, si celebra in molte città la festa di San Giovanni. Le celebrazioni prevedono l’accensione di grandi falò e, nella notte tra il 23 e 24, è usanza preparare la cosiddetta acqua di San Giovanni. Secondo la leggenda, possiede virtù curative e protettrici: la sera si usa ancora preparare una bacinella d’acqua in cui vengono messi a macerare fiori, erbe, e aromi da utilizzare il mattino dopo per lavarsi il viso. Tra queste, spicca l’iperico, un’erba associata a Litha e oggi chiamata proprio l’erba di san Giovanni. Si tratta di una pianta dalle infiorescenze brillanti a quattro punte, come la croce solare che è governata dal sole. Una leggenda vuole che se si inciampa sulla radice di san Giovanni la notte di Litha,
si viene magicamente trasportati nel regno delle fate.
A Stonehenge, invece, migliaia di persone si radunano ogni anni per festeggiare l’alba di Litha: secondo alcune teorie, la disposizione delle pietre rispetta i movimenti del sole e in questo giorno la magia raggiunge il suo zenit.
Per altri approfondimenti sulle feste legate al calendario celtico:
Beltane e Calendimaggio: la festa celtica del fuoco e dell’estate
Imbolc, l’antica festa celtica della luce e il legame con la Candelora